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Lega Nord e antipolitica

di Fausto Giovanelli

È davvero finita la Lega Nord ? Ed è finito il vento che l’ ha sospinta per vent’anni ? Quando i leghisti arrivarono in Parlamento,nel 92,in molti ci chiedevamo chi erano “questi barbari” ,ignari di ogni deontologia politica,che entravano in Senato palesemente digiuni di ogni competenza o esperienza politica. In molti pensavamo : un fenomeno di protesta che passerà come sono passate altre ondate di qualunquismo. Sbagliavamo. La Lega è durata molto più che lo spazio di un mattino. E non è detto che sia finita ora. L’abbiamo capito dopo.
Era una protesta sì,ma non effimera..e molto particolare. Protesta non di estremisti e non di emarginati,ma di un “popolo operoso” ,che,al di là della retorica “padana”,sentiva nelle viscere la paura della globalizzazione,sentiva che i frutti delle sue fatiche erano in pericolo,che il modello manifatturiero e sociale lombardo ed europeo erano in affanno. E si chiudeva in casa,per non vedere,per non pensare, per difendere quello che era e che aveva, con l’arma del disprezzo per la politica e per tutto ciò che fosse “altro”:i terroni o gli extracomunitari,i partiti o la chiesa,i sindacati e lo stato,Roma o l’Italia,la finanza o l’Islam,l’ Europa o la Cina…senza vedere quanto ciascuna di queste parole contenesse di buono, di costruttivo ,di potenzialmente e praticamente utile per tutti. Xenofobi,quasi razzisti,grezzi ed agguerriti, convinti dell’opposto della realtà delle cose, che fossero indubitabilmente gli immigrati a sfruttare italiani e francesi e non il contrario. Come Le Pen in Francia, come Haider in Austria..Tutti inconsapevoli nostalgici della globalizzazione dell’ ’800: cioè della epoca coloniale,nelle quale popoli e risorse dei paesi extra europei erano sfruttate dagli europei padroni del mondo, tutti convinti di essere in credito verso qualcun’altro,magari verso tutto il mondo,piuttosto che coinvolti in una sfida da vincere con le proprie qualità e con l’innovazione. Oggi chiamerei tutto questo non qualunquismo,ma ” la falsa coscienza dell’ antipolitica nei paesi ricchi”. Per i leghisti il modello padano andava già bene com’era.. bastava togliere dai piedi tutti gli altri. Si ripristinava l’idea del nemico identificandolo nella politica tout court ,nella politica ormai impossibilitata a redistribuire ricchezza. Tutti al diavolo..! .. in nome del Dio Po ,delle ampolle,delle ronde,della Lira padana o ,bontà sua dell’incolpevole Alberto di Giussano. .. Contro tutto e contro tutti .. il dito medio alzato e l’ insulto facile agli avversari politici..per coltivare l’illusione che,nella pianura padana -una delle zone più ricche e sviluppate del mondo -,anziché affrontare la nuova inattesa fatica di competere ,fosse più semplice chiudere la porta.. e anche la mente , per sentirsi più duri e puri.
E ora? È finita? Ora non saprei.
La Lega forse… Le pulsioni di cui si è nutrita ci sono ancora.
Non interessa sapere se Bossi è un ladro di polli (personalmente non lo credo) o è solo un uomo politico che non ha avuto molta fortuna con la prole. Sinceramente il gioco al massacro della pubblicazione di intercettazioni di amici,segretarie e nemici di partito è barbaro almeno quanto lo è stata la cultura politica della Lega.
È quest’ultima comunque che interessa. C’è un grumo forte di resistenza alla competizione aperta,alla comprensione del nuovo ,all’apertura e alla cooperazione con “altri” ,col resto del mondo:è una Italia che si sentiva arrivata, vecchia nella mente prima che nel corpo,arricchita e attaccata alle rendite di posizione ,che si sente in credito con il mondo e in debito con nessuno.
Questo grumo rimane e forse sarà ancora rappresentato dalla Lega Nord ,che l’ ha istintivamente nobilitato , ricoprendo paure e delusione con la patina dell’ orgoglio padano…orgoglio di laboriosità innata,di fatiche vere,di successi raggiunti e ora in pericolo..Forse invece sarà rappresentato da qualcun altro..Impossibile saperlo ora.
Certo è che la Lega è franata su se stessa…dopo un’ esperienza di governo parolaio e inconcludente.
Berlusconi ha avuto l’intelligenza di sostenere il governo Monti,cioè di mettersi a disposizione dell’interesse generale dell’Italia,che governando non aveva mai interpretato davvero. Bossi è tornato all’ opposizione, per nascondere dietro il solito dito medio lo zero di idee rimasto alla lega. E lí è finito,aggredito dai suoi.
È bene che le riflessioni dei leghisti e le riflessioni degli italiani sulla Lega e sull’antipolitica che ha sparso a piene mani, non si fermi a girare attorno alla famiglia Bossi, alle badanti-senatrici,alle auto comprate,alle lauree vendute o ad altre amenità secondarie. È la suggestione politica della Lega che è fallita. Con le sue false premesse, con le sue velleitarie promesse,con le tasse che non si possono ridurre,con la semplificazione che non si vede,col federalismo che non dà latte. E ,anzi,ne beve.
Se l’Italia si risolleverà non sarà moralizzando Roma ladrona, non sarà spremendo il sud , non sarà sparando ai disperati sul canale di Sicilia,non sarà insultando la politica. Sarà aprendosi di più e non chiudendosi per i prossimi vent’anni. Lavorando di più e meglio;selezionando il meglio e non il peggio. È ora di passare dal distruggere al costruire. Questo è il solo messaggio utile e positivo che l’Italia può trarre da questa ultima vicenda del capo leghista , colpito dalla legge del contrappasso. Quasi che Dante, fondatore della lingua e perciò della nazione, si sia voluto prendere una rivincita, sulle troppe sgrammaticature linguistiche e civili che abbiamo subito senza remissione

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