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Errani: “porte chiuse alla criminalità”

Questo il testo dell’intervento di Vasco Errani:

“Deve essere chiaro che in Emilia-Romagna non c’è spazio nè tolleranza per chi creda di poter agire violando le leggi. Per noi la legalità nell’economia e il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata sono un elemento insieme di civiltà, di coesione sociale e di competitività del nostro sistema.
In seguito ai recenti fatti di cronaca che hanno evidenziato il pericolo di un radicamento di organizzazioni criminali sul territorio emiliano-romagnolo, voglio fare i miei complimenti agli inquirenti e alle forze dell’ordine che si stanno rendendo protagonisti di efficaci azioni di contrasto alla malavita.
La nostra terra, tradizionalmente estranea a questi fenomeni, deve saper reagire a ogni livello per produrre importanti risultati. La tendenza deve essere affrontata a viso aperto, senza negare i problemi o sottovalutare i segnali d’allarme, nel rispetto della piena autonomia della magistratura e delle forze dell’ordine ma facendo ciascuno la propria parte.

La Regione Emilia-Romagna da tempo ha scelto di utilizzare ogni competenza normativa per combattere i fenomeni di infiltrazione mafiosa e camorristica, il lavoro irregolare, l’usura, i comportamenti illegali in particolare in settori come l’edilizia. A novembre abbiamo siglato un protocollo d’intesa con le Prefetture dell’Emilia-Romagna per gli appalti pubblici e di seguito approvato una nuova normativa che punta a valorizzare le imprese virtuose rimuovendo i comportamenti illegali, aumentando i controlli nei cantieri anche con l’utilizzo di tecnologie informatiche necessarie per segnalare appalti nei quali possono annidarsi fenomeni criminali, lavoro irregolare e usura.

Tra l’altro, stiamo per creare un sistema che ci permetterà di evidenziare immediatamente gli appalti anomali e siamo al lavoro su un nuovo testo di legge regionale, che consentirà anche di realizzare un Osservatorio permanente sul fenomeno criminale e un meccanismo che permetta ai Comuni di utilizzare al meglio i beni confiscati alla mafia.

Ognuno deve quindi adoperarsi perché la cultura della legalità continui a essere un tratto forte della nostra identità, specie in una situazione come quella attuale, caratterizzata da una crisi economica diffusa, in cui i comportamenti criminali rischiano di alterare gravemente il mercato e la libera concorrenza”.

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